La terza rivoluzione industriale
La seconda metà del IX secolo rappresenta, grazie ai brevi ma importanti passi che hanno dato i natali al mondo dei computer, il trampolino di lancio per la vera e propria “Rivoluzione digitale” che si sta concretizzando nei primi decenni del nuovo millennio. Progresso, tecnologia e scienza si sono avvicinati sempre più nella nascita del nuovo universo digitale e con prospettive sempre più ampie; un mondo in cui le nostre vite si sono legate lentamente, ma in un’ottica più vasta in breve tempo, prima ai PC, poi al World Wide Web, oggi agli smartphone e in un futuro sempre più incentrato verso la realtà aumentata e la globalizzazione.
Progresso e tecnologia nella società moderna
I benefici che la digitalizzazione e il progresso tecnologico hanno portato sono molteplici: oltre ad aver avuto un impatto determinante nelle produzioni centralizzate, migliorando l’accuratezza, la precisione e la varietà dei prodotti del mondo industriale il tutto con bassi costi, hanno avuto un ruolo cardine nella centralizzazione degli uffici e delle aziende, migliorando l’organizzazione e la realizzazione delle pratiche burocratiche e delle comunicazioni; in ambito personale hanno abbattuto le distanze territoriali, donando la possibilità di rimanere sempre in contatto via testo, audio o video anche a migliaia di km di distanza, e offerto una fonte alternativa di cultura e confronto senza limiti, differente rispetto al mondo letterario o alla televisione, ovvero l’immensa rete di internet. Però non è sempre oro tutto quel che luccica; la rete del web oltre ai fini positivi, quale il proprio ruolo di strumento di condivisione di idee e di “magazzino” del sapere, spesso si presenta come mezzo di diffusione bufale, generatore di polemiche sterili, incitazioni al disprezzo e all’odio, creando disinformazione, conoscenze superficiali e spesso erronee e senza fonti attendibili, e venerazione di presunti personaggi simbolici come idoli, dalle incerte capacità morali, senza meriti reali e con valori non esattamente positivi. In ambito educativo, la tecnologia presenta ancora un forte potenziale inespresso a causa della sua rapida velocità che il mondo scolastico non riesce a sostenere: i docenti hanno visto le classi invase da Lim, proiettori interattivi, pc, registri elettronici o tablet, senza riuscire a comprendere quale ruolo avrebbero dovuto assumere, soprattutto di fronte a ragazzi tecnologicamente avanzati che li guardavano con grandi speranze e aspettative[1]; ciò si traduce in una mancata “educazione tecnologica” che dovrebbe essere imposta alle nuove generazioni, nella gestione corretta dei mezzi informatici, che porta all’abuso di attività digitali altamente inutili.
Futuro o fantascienza?
La corsa continua verso il futuro, ormai affidato pienamente alla tecnologia meccanico-digitale, ha stimolato da più di 50 anni la creativa di artisti, intellettuali, scrittori e registi nell’immaginare gli ulteriori benefici che questo progresso potrà portare alla razza umana: il potenziamento delle nostre capacità fisiche e psichiche; l’eliminazione di ogni forma di sofferenza; la sconfitta dell’invecchiamento e della morte; tecniche, la cui fattibilità è ancora tutta da scoprire, come il “mind uploading”, ossia il trasferimento della coscienza su supporti non biologici, e le “nanomacchine”, robot grandi come virus in grado di riparare le cellule cancerose o i danni da malattia degenerativa direttamente a livello molecolare[2]; e tanti altri esempi possono essere estrapolati dalla finzione letteraria o cinematografica, basti pensare all’immortale 2001: Odissea nello spazio di S. Kubrick che ha realizzato visivamente numerosi elementi che attualmente esistono, o i racconti di Philip K. Dick; il padre del romanzo fantascientifico, Isaac Asimov è persino andato oltre, analizzando una realtà in cui l’uomo riesca a creare dei robot “pensanti”, a livelli intellettivi simili se non superiori a quelli della razza creatrice, con i possibili lati positivi e le eventuali ribellioni del mondo delle macchine, che potrebbero estinguere la razza umana; un esempio possono essere il capolavoro Matrix dei fratelli Wachowski o la fortunata saga Terminator iniziata da J. Cameron, in cui la ribellione della macchine e la lotta della razza umana per riacquistare la supremazia del pianeta sono le tematiche principali. Le tre leggi della robotica, elaborate sempre dal brillante scrittore fantascientifico, sono solo alcune possibili idee per impedire la ribellione della creatura meccanica, in un lontano futuro, agli ordini del suo creatore, l’uomo.
Filosofia, religione e scienza
Proprio in quest’ottica, in cui la tecnologica inizia a “donare la vita” ad oggetti inanimati, sempre maggiormente capaci di agire in totale autonomia, ha creato una vera e propria fede religiosa analizzabile sotto numerosi aspetti. Il rapporto Creatore-Creatura, in relazione a un mondo dove le macchine riusciranno a diventare quasi indipendenti dall’interazione umana, assume dei connotati differenti rispetto alla mitologia e alla religione classica. L’orizzonte si spoglia dei suoi confini. Inizio e fine non si congiungono più come nel ciclo del tempo, e neppure si dilatano come nel senso del tempo. Le mitologie perdono la loro forza persuasiva. Tecnica vuol dire, da subito, congedo dagli dei.[3] L’uomo diventa quindi egli stesso un “Dio”, inteso come creatore, capace di dar vita a degli oggetti inanimati con dentro dei circuiti, di creature che nascono subordinate al proprio padre, e acquisiscono quasi una propria anima; L’umanità si configura indipendente da qualsiasi relazione religiosa in cui essa debba essere necessariamente subordinata ad un essere superiore, grazie alla propria capacità di passare allo step successivo, raggiungendo o perlomeno avvicinandosi alle caratteristiche della divinità; e questo processo evolutivo che porta al rovesciamento della medaglia, seppure limitato da regole per la protezione della specie (come dalle Tre leggi della robotica, di Isaac Asimov, citate precedentemente) che potrebbero essere aggirate, conduce la creatura nata dalla mano umana a svolgere lo stesso percorso intrapreso precedentemente dal padre umano in relazione al nonno divinità, in direzione di scenari apocalittici. In un’ottica meno fantafuturistica, l’uomo comune attualmente è sempre più schiavo della tecnologia generata dal consumismo; è diventato strettamente dipendente dalla mondo di internet e degli smartphone, incapace spesso di svolgere anche azioni essenziali e basilari senza l’ausilio di un dispositivo elettronico.
Bibliografia
- [1] Dianora BARDI, La tecnologia da sola non fa scuola, “Il Sole 24 ORE. nòva” – 12 gennaio 2014
- [2] Fabio CHIUSI, TRANS UMANO la trionferà, “l‟Espresso” – 6 febbraio 2014
- [3] Umberto GALIMBERTI, Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica, Feltrinelli, Milano 2002
(Scritto come esercizio e pubblicato su gcsworld nel 2016)